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FIRENZE JAZZ FESTIVAL 2023

Dal 5 al 10 e dal 12 al 17 settembre l’Estate Fiorentina accoglie le grandi stelle della musica con la nuova edizione del “Firenze Jazz Festival”, la manifestazione, tra le più importanti di settore, diffusa tra alcuni luoghi simbolo e locali della città e non solo.

Per l’occasione torna il main stage in Piazza del Carmine e la Zattera sull’Arno: una piattaforma galleggiante posta di fronte a Ponte Vecchio da cui si potranno ascoltare indimenticabili assoli dei principali artisti ospitati quest’anno.

 

Nell’anteprima del Festival (martedì 5, Forte Belvedere ore 20.00) si parte con il concerto a cura di Empoli Jazz che vede protagonisti, in prima assoluta, il gran maestro della fisarmonica tricolore Gianni Coscia e il virtuoso dell’organetto Alessandro D’Alessandro. Un dialogo tra due strumenti “fratelli” e tra due dei massimi specialisti di “mantice a bottoni’. 

Mercoledì 6 è il turno invece di Enrico Rava con i Fearless Five (Villa Strozzi, ore 21.30). La formazione comprende giovani musicisti di talento: Matteo Paggi al trombone, Francesco Diodati alla chitarra , Francesco Ponticelli al contrabbasso ed Evita Polidoro alla batteria. Nella stessa serata al Vip’s Bar di Piazzale Michelangelo (ore 19.00) il trio di Giovanni Benvenuti: uno dei sassofonisti maggiormente in evidenza nell’ultima infornata di talenti espressi da Siena Jazz, presenterà con il suo gruppo il nuovo album “An hour of existence”.

 

Dalla Scandinavia arriva la chitarrista norvegese Hedvig Mollestad Thomassen con il suo nuovo progetto “Weejuns (giovedì 7 Limonaia di Villa Strozzi, ore 21.30): un gruppo scintillante composto da Ståle Storløkken e Ole Mofjell, uno dei giovani batteristi più importanti sulla scena di improvvisazione musicale europea. 

Alle 19.00 al Vip’s Bar Elisabetta Maulo e Roberto Luti, per un blues senza tempo e senza confini. Nella stessa serata al Garden Stage della Limonaia di Villa Strozzi (ore 19.30): Giancarlo Schiaffini & Sergio Armaroli Duo: “Deconstructing Monk in Africa”: un’originalissima rivisitazione delle musiche immortali di Thelonious Monk, trasportate idealmente in atmosfere che hanno il sapore dell’Africa e delle savane.

 

Venerdì 8 appuntamento con la riformulazione, ad opera di Francesco Bearzatti, Mattia Barbieri e Stefano Risso, della splendida colonna sonora di “Anatomia di Un Omicidio” di Otto Preminger (1959) scritta da Duke Ellington (Villa Bardini, ore 19.00) a cui si unisce il giornalista, musicista, autore e conduttore radiofonico Valerio Corzani per accompagnare il pubblico nella rilettura, tra il passato ed il contemporaneo, di questo caposaldo delle colonne sonore. A seguire Dado Moroni e Max Ionata. Tra i due concerti (ore 20.00) la presentazione del libro “Abbey Lincoln. Una voce ribelle tra jazz e lotta politica” di Luigi Onori – incontro con l’autore a cura di Alessandra Cafiero.  

 

Sabato 9 è il turno dell’inedito duo Dario Cecchini e Francesco Zampini (Villa Bardini, ore 19.00), una nuova collaborazione tra due dei musicisti più apprezzati a livello nazionale, un progetto incentrato sul dialogo e sulle possibilità che questa formazione offre. Dagli Stati Uniti arriva Jeff Ballard, tra i più rinomati batteristi a livello internazionale, che si esibirà in un nuovo progetto formando un quartetto con musicisti toscani di assoluto valore, già conosciuti e apprezzati in tutta Italia ed Europa: Alessandro Lanzoni, Francesco Zampini e Michelangelo Scandroglio.

 

Il 10 settembre il Firenze Jazz Festival si sposta ad Empoli per il concerto di Sismatik presso il Chiostro della Collegiata di S. Andrea (ore 21.15): una sperimentazione volta ad unire la recitazione dell’attore Roberto Magnani, che sarà impegnato nella lettura di “Autobahn” di Pier Vittorio Tondelli, sonorizzato dall’ensemble capitanato dalla regina del jazz italiano contemporaneo Silvia Bolognesi. Al suo fianco i giovani, ma già rodatissimi Giuseppe Sardina alla batteria e Tobia Bondesan al sax. In apertura il vibrafonista Pasquale Mirra, da anni uno dei musicisti più attivi ed in evidenza, grazie alle sue numerose collaborazioni internazionali.

 

Nella seconda settimana di programmazione il Festival riparte dal Santa Rosa Bistrot con il concerto del Matteo Addabbo Organ Trio (12 settembre, ore 19.00 e 20.30). Matteo è uno dei migliori specialisti dell’Organo Hammond a livello nazionale e insieme al suo trio, e forte anche di una serie di nuove e dolorose esperienze personali affrontate in questi ultimi anni, presenterà il suo nuovo album, “L’asino che vola”

Il giorno seguente alla Limonaia di Villa Strozzi, alle 21.30 grande attesa per il concerto dei “Young Lions” di Nico Gori, con special guest la straordinaria tromba di Fabrizio Bosso. Sul palco, accompagnati da Sergio Aloisio Rizzo alle chitarre, Francesco Tino al basso e Simone Brilli alla batteria, ci saranno, spalla a spalla due dei più noti e stimati solisti del jazz italiano. 

In apertura, alle ore 19.00 al Garden Stage Dudu Kouate’ e Massimiliano Milesi in “Myrmecoleon”. Dal Senegal, proveniente da una tradizione familiare di griot, Dudù Kouate un maestro (e un poeta) degli strumenti della tradizione africane, con un’Africa che incontra il jazz e se ne arricchisce. Al suo fianco il sax tenore di Massimiliano Milesi, tra i più interessanti solisti dello strumento. 

Nello stesso giorno il concerto di Emong Quartet al Santa Rosa Bistrot (ore 19.00 e 20.30): un  quartetto che riunisce insieme alcuni dei protagonisti più in vista del nuovo jazz italiano. 

 

Nel main stage in Piazza del Carmine, spazio a un vero e proprio Festival nel Festival. Si parte giovedì 14 alle 19.30 con i Roots Magic: autori di una originalissima sintesi che fonde allo storico roots blues del Delta e dei campi di cotone ai fermenti creativi del jazz afroamericano anni 60 e 70. A seguire i Dimamitri Jazz Folklore (ore 22.30), prossimi ai festeggiamenti dei 25 anni di vita, un gruppo che ha da sempre ricercato una fusione tra il jazz e le sue primordiali radici, quelle Africane, poi portate nel nuovo continente con l’ignobile tratta degli schiavi.

 

Venerdì 15 invece due band che ci fanno rivivere i creativi, inquieti e straordinari anni 70. Gli Insieme (ore 19.30): un quartetto che riuniva quattro dei più talentuosi ventenni della musica fiorentina e gli Area Open Project (ore 22.30), capitanati da Patrizio Fariselli ed eredi degli Area, uno dei gruppi più unici di tutta la musica italiana, che metabolizza le gloriose ed esplosive radici di una musica senza tempo verso nuovi orizzonti sonori. 

 

Sabato 16, ben tre gruppi ad alternarsi sul palco di piazza del Carmine. Apertura con i giovani Super Bad (ore 19.30), un sestetto che fonde jazz, funk e soul con una grinta e un’allegria contagiosa. Alle ore 21.00 i Sudoku Killer, della bassista romana Caterina Palazzi, un gruppo che coniuga jazz e improvvisazione con un rock urticante e stimolante ed un’attitudine punk che ha il sapore di John Zorn e dei Sonic Youth. Chiusura in bellezza con Khalab Live Band (ore 22.30), un progetto di sapore internazionale del Dj, conduttore radiofonico di Rai Radio 2 ed agitatore culturale Raffaele Costantino, autore di una musica che spinge il jazz verso territori che sanno di elettronica e suoni spaziali. Nel gruppo anche i due sax dell’inglese Tamar Orborn e di Pietro Santangelo (Nu Genea Live Band).

 

Inoltre, nelle giornate del 14 e 15 Settembre, alle ore 21.45, il Main Sponsor Ruffino ospiterà dei WineTalk con gli interventi di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore, e Ilaria Guidantoni, scrittrice e giornalista. Gli appuntamenti sono realizzati in collaborazione con l’Associazione Culturale la Nottola di Minerva

 

Anche la Zattera sull’Arno, dopo due anni di pausa a causa dell’emergenza pandemica, torna a galleggiare sulle acque del fiume per ospitare gli artisti di questa settima edizione. 

Da giovedì 14 a sabato 16 settembre alle ore 20.00, sul palco si alterneranno il sassofonista e compositore Tobia Bondesan Music (14 settembre), il musicista Espinoza Grechi Dimitri con la sua ultima uscita discografica (15 settembre) e il poliedrico violinista Emanuele Parrini (16 settembre)

 

Tanta musica anche al Circolo Rondinella del Torrino con il Wes Or No Trio con Simone Basile, Manrico Seghi e Giovanni Paolo Liguori (15 settembre ore 19.00).

Wes Montgomery è stato il chitarrista, originalissimo, personale e innovativo, che ha reinventato la chitarra jazz trasportandola nell’era moderna. A celebrarlo, nel centenario della sua nascita (1923) un trio che prende spunto dalla sua musica per rendergli omaggio e trasportarlo verso atmosfere contemporanee.

Nei giorni del Festival in Piazza del Carmine ci sarà tempo anche per un appuntamento alla Società Canottieri Firenze con Michele Tino Organ Trio (16 settembre ore 20.00)

 

Il “tour” del Firenze Jazz Festival include un altro appuntamento fuori città, ossia l’ormai consolidato Jazz Brunch presso Tenuta Ruffino Poggio Casciano, alle porte di Firenze, sulle colline del Chianti. Domenica 17 settembre alle ore 12.00 il concerto del pianista e compositore Matteo Castellan, in trio con Luigi “Giotto” Napolitano (tromba) e Veronica Perego (contrabbasso) per un’escursione in una delle zone di produzione vinicola più importanti d’Italia. 

Nell’ultimo giorno di programmazione anche il concerto “La finestra di Puccini” di Danilo Rea e Michel Godard (Limonaia di Villa Strozzi, ore 21.15). In questo appuntamento curato da Toscana Produzione Musica, uno dei pianisti più importanti della scena nazionale e uno dei più raffinati compositori di serpentone e tuba si incontrano sul terreno comune dell’amore per la musica del grande compositore lucchese Giacomo Puccini. 

In apertura (ore 19.00) al Garden stage il dj set di Mista P, dj performer estremamente talentuoso. I suoi set sono contaminati da una vasta influenza di generi, e grazie alla sua esperienza ultra decennale e alla continua ricerca di nuove sonorità.  

 

Chiusura del Festival alle ore 22.30 al Garden Stage della Limonaia con Anima_L: progetto artistico dell’attrice e performer Linda Messerklinger, madrina di questa edizione del Firenze Jazz Festival. In questa sua performance musica, parole e immagini creano un habitat mutante dove immergersi, un paesaggio sonoro evocativo ed ipnotico che genera contatto fra arte, scienza e attivismo.

 

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