Chille della Balanza – C’era una volta…il manicomio
9-10-11 AGOSTO 2022 ore 21:30 – AREA SAN SALVI Via di San Salvi, 12 (Pad.16) Firenze
C’ERA UNA VOLTA… IL MANICOMIO
_Passeggiata nell’ex manicomio di S. Salvi_
viaggio-affabulazione di e con Claudio Ascoli
“C’era una volta… il manicomio”, affabulazione itinerante di e con Claudio Ascoli, è un viaggio nella memoria: duro, emozionante, divertente, ogni sera diverso dalla precedente… perché San Salvi possa davvero ripartire dalla cultura e dalla memoria!
Tre le repliche da martedì 9 a giovedì 11 agosto ore 21.30, che si aggiungono alle oltre 600 ad oggi dal lontano 1999: repliche che si annunciano già “tutto esaurito”. Per gli interessati…prenotarsi al più presto!
“C’era una volta…il manicomio”, nata nel lontano 1999, ogni sera diversa dalle precedenti, ha superato i 60.000 spettatori! Vanta il riconoscimento di Unesco e Consiglio d’Europa come Passeggiata patrimoniale, proprio grazie alla parte in cui Ascoli accompagna i suoi passeggiatori lungo i viali di San Salvi, come in un viaggio nella memoria che si confronta l’oggi. Negli ultimi anni l‘evento ha girato in lungo e largo tra gli ex-manicomi italiani – tra cui, oltre Firenze, Trieste, Gorizia, Udine, Volterra, L’Aquila, Aversa, Napoli, Reggio Emilia, Quarto-Genova, Fermo e Palermo – in edizioni riferite alle singole realtà e situazioni. Su “C’era una volta…” sono stati scritti saggi, redatte tesi e condotti dottorati di ricerca, e negli anni si sono accumulate decine di recensioni critiche: ci piace qui riportare il commento, che oggi appare quasi profetico, scritto dal critico Enrico Fiore nel 2015: ”La situazione odierna, purtroppo, non appare diversa, poiché, se è stato eliminato il manicomio, non è stato eliminato ciò che stava dietro il manicomio. Scontiamo, tutti, la stessa condizione che fu degli ex matti. I meccanismi di potere ci privano del nostro «status» di persone e, dunque, della possibilità di stabilire un contatto vero e proficuo con gli altri. Siamo dei semplici numeri su un cartellino, appunto com’erano i ricoverati negli ospedali psichiatrici.”