Floremus 2023
Soggetto Organizzatore: Homme Arme
Da venerdì 1 a domenica 17 settembre 2023 si svolgerà la settima edizione del festival internazionale «FloReMus. Rinascimento Musicale a Firenze», il primo interamente dedicato alla musica del Quattro-Cinquecento nella città che ha maggiormente influito sulla cultura rinascimentale nelle sue varie sfaccettature: artistico-visive, letterarie, musicali, filosofiche, scientifiche e politiche; rinascimentali sono anche i luoghi dei concerti serali (ore 21.15) e di quasi tutti i concerts à boire (ore 19, salvo uno alle 12), nell’intento di stabilire un’interazione fra la musica eseguita e l’ambiente che la ospita, perché lo spettatore fruisca in contemporanea di prodotti artistici che nacquero insieme, se non in simbiosi.
Il liuto umanista
Improvvisazione e magia nell’Italia di Leonardo
Bor Zuljan (Francia)
musiche di Joan Ambrosio Dalza, Vincenzo Capirola, Johannes Ockeghem, Bartolomeo Tromboncino
Mercoledì 13 settembre alle 21.15 nel Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3) il liutista Bor Zuljan (Francia) presenta Il liuto umanista. Improvvisazione e magia nell’Italia di Leonardo, con musiche di Joan Ambrosio Dalza, Vincenzo Capirola, Johannes Ockeghem, Bartolomeo Tromboncino. Negli ultimi anni del XV secolo il liuto diventa lo strumento preferito dalle corti europee. Considerato dagli umanisti come la lira di Orfeo, lo strumento incantava i cortigiani con i suoi suoni lussureggianti e la sua dolce armonia. Liutisti, come Marco Dall’Aquila, Giovanni Maria Giudeo, Joan Ambrosio Dalza, nonché cantori al liuto, come Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, erano ricercati dalle corti più importanti d’Italia: quella degli Este a Ferrara, dei Gonzaga a Mantova e dei Medici a Firenze.Ma questi compositori delle prime opere per liuto erano soprattutto maestri dell’improvvisazione. Ancor più che in altri periodi, i musicisti, i teorici e i filosofi del Rinascimento ritenevano che la musica che nasceva sul momento, ex-tempore, avesse un impatto più forte sull’ascoltatore. Alla ricerca di questo potere della musica e delle esperienze metafisiche descritte dai neoplatonici come Marsilio Ficino, i liutisti svilupparono complesse tecniche di improvvisazione e iniziarono a inventare sul momento composizioni polifoniche libere come i ricercari e le fantasie, danze su un tenor come la bassadanza, la calata o la piva, a diminuire le versioni strumentali delle melodie vocali in voga e a improvvisare anche le melodie e la poesia, come avviene ancora oggi con l’ottava rima.
Dove e quando: Mercoledì 13 settembre alle 21.15 nel Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3)
Per maggiori informazioni: https://hommearme.it/